L. Dematteis, G. Doglio, R. Maurino
Edito da Primalpe – Costanzo Martini
Il problema della tutela del patrimonio edilizio di origine rurale, di cui le nostre valli conservano ancora diffusissima testimonianza, è oggetto, specialmente a partire dagli anni più recenti, di sempre maggiore attenzione. Questo dipende da una accresciuta sensibilità nei confronti della storia e della cultura locale e anche dalla evoluzione che hanno registrato le modalità di affrontare i temi dello sviluppo del territorio montano.
Per operare correttamente nel campo del recupero non basta mettere in atto un regime di divieti e vincoli, ma è prima di tutto necessario un diverso atteggiamento culturale, che deve essere condiviso da tutti i soggetti in qualche modo interessati. L’intervento sull’esistente è poi un’operazione particolarmente complessa per la quale non ci sono regole assolute ma che dipende dal livello di sensibilità e preparazione del tecnico e che ha, come momento centrale e indispensabile punto di partenza, la qualità del progetto, perché è principalmente nel progetto che si compiono le scelte di conservazione ed innovazione e si prefigura quindi l’esito dell’intervento stesso.
Il lavoro che segue, pur con i limiti che può accusare, vuole essere conseguente a questi principi: prende avvio dal contesto in cui si opera per mettere a fuoco i caratteri che contraddistinguono l’architettura tradizionale locale, si sofferma su alcune riflessioni attinenti al modo di intendere il recupero edilizio ed infine propone una serie di criteri operativi ed esemplificazioni progettuali.
L’intento è, soprattutto con l’ultima parte, di offrire non soluzioni o indicazioni categoriche ma spunti utili per riflettere ed alimentare attenzione e cura nei confronti dei temi trattati.